Il disagio psicologico

“La vita è difficile, non è grave. Dobbiamo iniziare a prendere sul serio il nostro lato serio, il resto verrà da sé…”

Hetty Hillesum

Parto dall’idea che la vita sia un percorso complesso.

Avvincente, emozionante ma anche difficile.

Penso che nella vita sia normale incontrare difficoltà e che, talvolta, questo incontro con il difficile possa portare ad un malessere.

Alcune di queste difficoltà e il malessere psicologico che ne può nascere ci possono apparire comprensibili, talvolta addirittura siamo noi ad aspettarcele, come nel caso del disagio di un familiare, o di un lutto “atteso”, oppure nelle preoccupazioni legate ad una specifica situazione: la crescita dei figli, situazioni di separazione, un percorso di definizione degli studi o di lavoro. Nonostante se ne capisca il perché, queste situazioni possono risultare comunque molto difficili da affrontare o da gestire da un punto di vista emotivo, ed a tratti possono essere perfino logoranti.

Altre difficoltà, invece, possono risultare a noi assolutamente incomprensibili. È difficile anche solo capire l’origine del malessere, il perché accade proprio questo e perché accade proprio a noi. Come nel caso, ad esempio, degli attacchi di panico, oppure nel caso di sensazioni di particolare “insicurezza” e “fragilità” in chi invece si è sempre sentito “forte” e “sicuro”. Nelle reazioni incomprensibili da parte di una persona cara, oppure ancora nella ciclicità di situazioni che periodicamente ci troviamo a dover riaffrontare: per esempio situazioni sentimentali “difficili”. Ci chiediamo: perché sto così male? Perché proprio a me? Perché adesso?

Forse la cosa corretta è di ipotizzare che in ogni situazione ci siano aspetti a noi comprensibili e aspetti a noi non comprensibili, aspetti noti e aspetti sconosciuti, aspetti nuovi e aspetti antichi.

È probabile allora che gli strumenti di cui disponiamo (magari quelli “appresi” in famiglia o in altre circostanze importanti della nostra vita) si rivelino inadeguati a capire e che, al di là della semplice comprensione, la vita ci ponga davanti a bisogni di crescita, di cambiamento, di trasformazione, di flessibilità. Bisogni che talvolta risultano naturali ma talvolta possono anche non esserlo.

In quest’ottica però, se ci pensiamo bene, il disagio psicologico e i suoi sintomi possono non essere soltanto fastidiosi nemici da combattere ma, potenzialmente, preziosi segnalatori e propiziatori di cambiamento. Il cambiamento che è insito nella vita stessa, che è la vita stessa.

Ed il terapeuta può essere la persona capace di accompagnare questo cambiamento, aiutando lo sviluppo di una storia che contenga antico e nuovo, contribuendo a donare un senso a ciò che non si capisce pienamente e stimolando l’individuazione delle nostre risorse più adeguate a fronteggiare ciò che magari si capisce ma che non si sa come affrontare.

La storia di Lucia

(nome di fantasia)

Lucia, 50 anni, infermiera. Un matrimonio sostanzialmente felice e due figli in tarda adolescenza.

Da un anno soffre di attacchi di panico sempre più frequenti ed invalidanti. Partiti silenziosamente (con un leggero tremore della mano) sono arrivati ad essere sempre più espliciti e a condizionare pesantemente il suo lavoro. Da infermiera con esperienza, sicura di sé, oggi si ritrova spossata, spaventata, costantemente costretta ad evitare situazioni lavorative di eccessiva esposizione pubblica e privata di un senso di soddisfazione e passione che prima trovava nel suo lavoro.

Tutto ciò sembra inspiegabile, assurdo.

Da qualche tempo assume farmaci per controllare gli attacchi e tutto ciò ha iniziato a incidere fortemente sulla stima di sé e sull’immagine che Lucia ha di sé (corporea e come “persona”).

Quando arriva da me ovviamente Lucia è completamente assorbita dal problema degli attacchi di panico, giustamente vissuti come totalizzanti e fastidiosi. La sua unica richiesta è quella di poterli eliminare!

Attraverso il percorso di psicoterapia Lucia è riuscita a trasformare questo nemico in un valido alleato.

Un sintomo forte, invalidante che ha permesso a Lucia di fermarsi e di iniziare, alla delicata età di 50 anni e per la prima volta, a disvelare aspetti di sé (come donna, mamma, moglie) che, complice una rigida educazione ed eventi di vita particolari, non si era mai permessa di ascoltare. Sempre preoccupata di azzittire i segnali e tenere a bada tutto.

Molto semplice e apparentemente comune…ma speciale e importante per Lucia che, senza rinnegare nulla della sua storia, ha colto il suo personale inghippo e ha, con coraggio e determinazione, costruito una strada diversa: più pianeggiante, più aperta, più calda. La sua nuova strada.

Quello che a volte a noi sembra impossibile, guardato insieme, da una prospettiva diversa e condivisa, può diventare naturale…sciogliersi come neve al sole.

Il cambiamento

Aspiration concept and ambition idea as a caterpillar casting a shadow odf a butterfly as an achievement and hope for futur success symbol with 3D illustration elements.

La complessità

man try to solve a labyring on a chalkboard