La complessità

“Per agire intelligentemente non basta l’intelligenza”

Fedor Dostoevskij

È importante avere sempre in mente la complessità.

La complessità della sfera emotiva, dei sentimenti, della vita.

La complessità degli esseri umani e dei sistemi in cui essi sono inseriti: il loro contesto familiare e sociale.

Questa complessità è la spiegazione migliore per comprendere la difficoltà del cambiamento.

Studiando per molti anni le famiglie, ho scoperto che nulla è mai quello che sembra ad un primo sguardo e che tutto è molto più complesso.

Gli equilibri di una famiglia sono molto più profondi e misteriosi di quello che si potrebbe immaginare. Sono un reticolo di pensieri, di supposizioni e di attribuzioni tale da condizionare inevitabilmente ogni singolo membro.

La famiglia protegge ma condiziona anche profondamente.

Spesso, nascoste nelle pieghe di questa complessità, in storie lontane di generazioni passate, in non detti su cui si è costruita una quotidianità rodata, in lealtà profonde e importanti si nascondono le reali cause della difficoltà ad accettare il cambiamento. Neppure i sintomi più eclatanti e potenzialmente più “semplici” da diagnosticare sono realmente quello che sembrano ed anzi coinvolgono spesso una rete ben più ampia e complessa di relazioni e pensieri.

I cambiamenti veri sono complessi, necessitano di tempo, di reale condivisione e di pazienza.

Il “problema” spesso è solo la punta di un iceberg che crea il malessere per indurre al cambiamento e permette di entrare nella complessità di un sistema (individuo, coppia o famiglia che sia).

Il terapeuta è una figura professionalmente pronta a contenere la complessità della sfera emotiva e relazionale.

Egli infatti, attraverso la sua pratica

  • aiuta ad allargare la visione là dove nel tempo si sono create distorsioni o chiusure;
  • aiuta a collegare e a permettere il dispiegamento della complessità insita in noi e nelle nostre relazioni;
  • sa proporre sperimentazioni alternative di condivisione (esperienze correttive) che successivamente possono essere trasportare nella propria vita reale;
  • ha il compito di creare un contesto che permetta un reale spazio di pensiero e di attenta e paziente osservazione rispetto alle possibilità di individuazione di ciascuno -individuo, coppia o famiglia che sia.

La storia della famiglia Neri

(nome di fantasia)

La famiglia Neri arriva da me in studio perché oramai il conflitto madre-figlio è diventato insostenibile. Onnipresente, invade tutte le giornate della famiglia e anche gli incontri in studio.

Lentamente però la famiglia, accolta, si rilassa e inizia a raccontare storie antiche di enorme dolore e fragilità.

Un senso di infinita inadeguatezza attanaglia tutta la famiglia e ciascuno dei suoi membri.

C’è grande pudore e riservatezza nel potersi lentamente scoprire e anche riconoscere nello spazio rassicurante e non giudicante dello studio. Scoprire di essere anche una famiglia valida e piena di risorse. Di essere “bravi” genitori e “bravo” figlio.

Questo passaggio permette a tutti di prendere coraggio e di non rinchiudersi unicamente nello spazio rassicurante della famiglia (e anche in quello del conflitto che, per quanto doloroso, è però molto prevedibile e sicuro), ma di allargare lo sguardo.

Il figlio ha così potuto “prendere il volo” ed i genitori hanno potuto guardarlo con orgoglio…Orgogliosi finalmente di sé stessi.

La storia di Alessio

(nome di fantasia)

Alessio è un giovane ragazzo molto maturo e responsabile per i suoi 20 anni. La sua vita è un turbinio di impegni e progetti per il futuro.

Ultimamente ha però iniziato ad avere alcuni episodi di attacchi di panico.

Dopo qualche incontro mi confida – quasi casualmente – che da qualche anno gli è stata anche diagnosticata una malattia autoimmune. Piuttosto seria, ma di cui parla poco volentieri e che nasconde ai più (spesso anche a sé stesso) proprio per la sua giovane età. Ha voglia di pensare ad altro!

È solo con il tempo che, lentamente, attraverso lo spazio della psicoterapia e la relazione che si è creata tra noi, Alessio riuscirà a “rallentare” il suo ritmo e a far emergere l’altra metà del suo mondo, quello sommerso e nascosto, che però è minato dal profondo. Un rapporto inesistente con un padre fortemente sofferente (oramai fuori dalla sua quotidianità) ma molto presente nella sua mente attraverso l’idea di poter essere “cattivo” e “matto” come lui e, di conseguenza, un’infanzia in cui si è sentito forte nell’essere il protettore della mamma.

Un’immagine di sé molto variegata e complessa che ha richiesto tempo, relazione, costruzione di pensieri e sensazioni differenti (forse la follia dice anche qualcosa di importante; forse non è vero che nelle relazioni devo essere unicamente tutto di un pezzo) per poter far emergere quella di un giovane uomo meno rigido e spaventato nella vita, capace di prendersi cura anche i suoi aspetti più fragili e delicati.

Il disagio psicologico

man defeated by his shadow boxing

Il cambiamento

Aspiration concept and ambition idea as a caterpillar casting a shadow odf a butterfly as an achievement and hope for futur success symbol with 3D illustration elements.