Approccio Sistemico-Relazionale

Il mio specifico approccio psicoterapeutico, il mio modo specifico di significare la realtà e quello che incontro nel mio lavoro terapeutico parte da due importanti filoni di pensiero che hanno attraversato il secolo scorso.

Da un lato le TEORIE SISTEMICHE che ci obbligano a superare la visione di un individuo isolato e sganciato da tutto e sostituirla con una in cui l’individuo è inserito all’interno di sistemi complessi (la sua famiglia e i contesti in cui vive). Quello che condiziona, struttura e definisce l’individuo non è racchiuso unicamente in lui (nella genetica e nelle sue esperienze passate) ma anche nelle modalità con cui l’individuo si inserisce nei contesti (passati e presenti).

Si guarda, quindi, al comportamento del singolo focalizzando l’attenzione sull’ambiente in cui egli vive, sulla sua rete di relazioni passate e presenti, partendo dal presupposto di una interconnessione continua tra l’individuo e l’intero sistema.

Da qui derivano due riflessioni importanti:

  1. Il sintomo è considerato non solo una manifestazione “privata”, appartenente al singolo individuo, ma anche espressione di un malessere legato al sistema nella sua totalità (per esempio una famiglia, un contesto lavorativo). L’individuo portatore del sintomo esprime le difficoltà dell’intero sistema legate alla crescita e al cambiamento.
  2. Lo studio allargato dei sistemi ci può aiutare a capire sia le peculiarità specifiche del singolo sistema (del singolo individuo, della singola coppia o della singola famiglia), ma anche quelle che sono le linee comuni dei diversi sistemi: le fasi del Ciclo di Vita di una famiglia oppure le necessità che rimangono fondanti alle relazioni familiari (per esempio nella relazione genitori-figli), nonostante il panorama dell’età moderna sia più fluido – esistono diversi tipologie di famiglie.

Dall’altro lato le TEORIE RELAZIONALI che pongono l’accento sull’importanza dell’aspetto relazionale dei sistemi in cui l’individuo è inserito. Le relazioni con l’Altro ci forgiano e noi forgiamo loro, come soggetti attivi e desiderosi di dar senso alla nostra esperienza.

In ogni relazione è presente l’idea della reciprocità e dell’influenza e crescita reciproca.

Al di là dei contenuti specifici di ogni relazione (quelle che viviamo ora, quelle che scegliamo, quelle che ci fanno soffrire, quelle che ci tranquillizzano o che ci fortificano, quelle che ci aiutano a crescere e quelle che ci bloccano) noi applichiamo modelli relazionali che abbiamo costruito e che, nel nostro passato, ci hanno costituito. Ognuno di noi si porta dietro un proprio pattern relazionale, cioè un modo peculiare di interagire con gli altri (frutto della nostra storia), caratterizzato da nodi emotivi che si ripropongono nel vivere quotidiano e che, nell’incontro con l’altro, possono generare incomprensione, disagio o un vero e proprio disturbo.

In quest’ottica anche ciò che avviene all’interno della relazione terapeutica ci aiuta a comprendere meglio i nostri modelli relazionali.